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Un mostro dell’hockey si ritira dalla sua grandiosa carriera dopo 38 anni di vittorie in tutta europa. Si chiama Roberto Crudeli e l’ultima squadra in cui ha giocato è stato proprio l’Hockey Scandiano nostro partner, dove il 13/03 ha dato le sentite dimissioni dallo sport che tanto ha amato.
In una dichiarazione pre partita dice: “dovremo essere al 100 per cento e pensare solo alla partita, non al contesto particolare. Io voglio giocare una partita vera, di quelle che piacciono a me. L’ultima di tante”.
La squadra era unita e gli spalti pieni di entusiasmo, ma il momento più toccante è stato il finale di partita dove Roberto ha dedicato due parole improvvisate al suo addio – che non è un addio – per lasciarsi guidare dall’emozione del momento.
Il film della sua vita sportiva nasce nella squadra della sua città dove entra in serie A1 ancora minorenne; è così che nascono i talenti.
Le sue abilità tecniche e fisiche si fanno infatti notare e dopo soli 4 anni viene convocato in Nazionale.
L’anno successivo lascia la squadra “natale” di Forte dei Marmi ed entra con entusiasmo nel Vercelli dove la sua carriera spicca il volo.
Da lì vince 6 scudetti, 3 coppe Italia, 2 supercoppe nazionali (una in Italia e una in Portogallo), 3 coppe CERS Europee, un Campionato Europeo e soprattutto due volte il Campionato Mondiale, prima nell’86 e successivamente nell’88, rendendo onore alla patria sportiva.
Nel suo primo periodo iberico tra Portogallo e Spagna partecipa anche alle Olimpiadi di Barcellona del ’92 dove vince la medaglia di Bronzo.
Nel 93 torna al Campionato del Mondo dove con l’Italia arriva in finale ma contro il Portogallo perde il Tris. Chissà che non abbia insegnato troppo agli avversari negli anni precedenti.
Torna quindi a Vercelli, per poi iniziare il suo secondo periodo verso l’Atlantico dove gioca prima nel Barcelos portoghese (stagione ’98/’99) e poi nel Reus spagnolo (stagione ’99/2000), per tornare di nuovo a casa d’estate, dove tutto era iniziato. Ma l’highlander dell’hockey su pista è solo a metà carriera.
Dopo Forte dei Marmi fa una stagione per anno a Bassano, Novara, di nuovo Forte dei Marmi, due anni a Prato, ancora Novara, due anni a Lodi e ancora una volta a Forte dei Marmi.
Qui si ferma 6 anni e accetta il ruolo di giocatore-allenatore della squadra, per poi spostarsi nell’Hockey Scandiano con lo stesso ruolo nella stagione 2015/2016.
All’età di 51 anni resta in vetta ai suoi standard e accetta una nuova sfida che compie con successo, portando la squadra dalla serie A2 all’A1 con il doppio ruolo di allenatore-giocatore.
Un risultato che si affianca agli altri per importanza, determinato da un grande cuore.
Ieri, dopo la sua ultima partita con lo Scandiano a cui è tanto affezionato, ha appeso i pattini al chiodo per dedicarsi anima e corpo alla crescita della squadra, allenandola come ha imparato a fare, perchè ha ancora molto da dare.
Le classifiche infatti non sono ancora chiuse e l’Hockey Scandiano è ancora in pista. Con un campione in meno tra le file, ma con una determinazione rinata.
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