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A poco meno di due mesi dal referendum trivelle lo scenario delle trivellazioni petrolifere come è cambiato? In teoria non dovrebbe essere cambiato affatto, essendosi concluso il referendum con l’assenza del quorum per la modifica della legge sulle trivellazioni, ma la realtà è – come spesso accade – molto diversa.
Il Governo insisteva sul NO per evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro, mentre chi spingeva per il SI affermava una già chiara crisi del settore, e che l’eventualità di un cambio di legge non avrebbe influito più di quanto non lo facesse già il mercato.
Lo scenario attuale è chiaro: il settore sta crollando a picco, e questo fragile pavimento su cui si poggia ha già portato alla perdita di 600 posti di lavoro dal solo inizio del 2016, avvenimento che quindi era contemporaneo al dibattito sul referendum.
E’ chiaro quindi quanto il Governo abbia mentito a riguardo, e come sappiamo non è la prima volta che fa i favori delle grandi compagnie, per di più spesso estere. Il 35% delle compagnie è ad alto rischio fallimento entro la fine di quest’anno, prospettando un pessimo futuro al settore in Italia, ma nonostante questo gli investimenti per carbone, gas e petrolio sono stati 42 volte superiori a quelli relativi alle energie rinnovabili.
Le tre big company che stanno dietro agli impianti di trivellazione del ravennate (Halliburton, Baker Hughes e Schlumberger) hanno già ridotto l’organico di oltre il 50%, lasciando a casa quindi oltre metà dei loro dipendenti danneggiati dai prezzi in discesa.
Alessandro Mongiusti, responsabile nazionale di categaria per il comparto perforazione, afferma che le service company multinazionali del petrolio hanno già avviato piani di ristrutturazione devastanti, e hanno bloccato gli investimenti nel 2016, quindi non vale la pena sperare per il 2017. Attualmente il settore in Italia sta diventando altamente antieconomico, e in quanto imprese basate esclusivamente sul profitto hanno già deciso di guardare altrove e presto fermeranno le estrazioni di petrolio.
Fortunatamente per ogni posto di lavoro perso dalle trivelle si creano nuove opportunità nel settore rinnovabili, quindi il nostro consiglio è di iniziare al più presto un corso di formazione per installare pannelli solari o tecnologie affini, un lavoro inoltre molto più piacevole e soddisfacente di questo.
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